Filtri Fotografici: la guida completa per sapere cosa sono e a cosa servono.

In fotografia, un filtro è un accessorio che si avvita (o fissa in altro modo) sull’obiettivo e permette di modificare una foto nel momento in cui si scatta. Esistono sul mercato decine di filtri fotografici, alcuni di questi sono indispensabili molti altri se ne può tranquillamente fare a meno. In questo articolo analizzerò i più importanti filtri fotografici.


Filtro polarizzatore

Il filtro polarizzatore è uno strumento piuttosto particolare. La funzione principale di questo filtro è quella, appunto, di polarizzare la luce. La principale conseguenza è che l’eliminazione della luce riflessa.

Due sono gli effetti principali che si ottengono usando il polarizzatore:

  • rimozione dei riflessi dalle superfici, ad esempio sui corsi d’acqua, permettendo quindi di recuperare la trasparenza,
  • aumento della saturazione, grazie alla rimozione dei riflessi nelle microscopiche gocce d’acqua sospese nell’aria.

Il filtro polarizzatore ha come unico “difetto” la diminuzione dell’esposizione di uno o due stop. Quindi, per avere la medesima esposizione, bisogna aumentare il tempo di posa o l’ISO o usare un’esposizione più ampia.

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Filtro a densità neutra

I filtri a densità neutra sono detti anche più semplicemente filtri ND. Essi hanno unicamente lo scopo di ridurre la quantità di luce che entra nell’obiettivo. Perché mai ciò dovrebbe servire?

Ebbene, ci sono alcune situazioni in cui è necessario usare tempi di posa lunghi, o in generale più lunghi rispetto al calcolo automatico dell’esposizione. Se la luce disponibile è troppa, per poter allungare il tempo di posa è possibile usare un valore più alto per l’apertura (supponendo di aver già impostato l’ISO al minimo). Però, valori molto alti possono causare diffrazione. Inoltre, anche un’apertura più chiusa in molte situazioni può non bastare.

In questi casi, non potendo controllare le fonti di luce, l’unica possibilità risiede nel filtro ND. Un filtro di questo tipo di presenta come un pezzo di vetro più o meno scuro che va avvitato davanti all’obiettivo.

Nei casi più comuni, i filtri ND vengono usati per:

  • ottenere lunghe esposizioni diurne, ad esempio per ottenere l’effetto seta sull’acqua,
  • permettere un’apertura molto ampia e quindi ottenere lo sfocato anche in situazioni di luce forte,
  • permettere un’apertura ampia nella fotografia con flash e rispettare il tempo minimo di sincronizzazione (1/250s).

Il primo caso è di gran lunga il più frequente e permette di ottenere scatti veramente stupefacenti.

La quantità di luce “bloccata” dai filtri a densità neutra varia in base al modello.I filtri ND sono disponibili ai prezzi più disparati. Spesso è facile trovare filtri che fanno il loro dovere anche tra quelli economici.

Bisogna tenere in considerazione che alcuni modelli economici aggiungono una dominante alla foto, tipicamente color magenta. Questa è facile da rimuovere in post-produzione, soprattutto se usi un cartoncino grigio medio. Però risparmiarsi il lavoro, è meglio.

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Filtri ND graduati

Differentemente dai filtri ND “lisci”, quelli graduati sono divisi a metà: una metà scura ed una chiara. Il confine tra le due parti è sfumato, così da rendere la transizione graduale.

Lo scopo dei filtri graduati è quella di equilibrare l’esposizione tra due parti di una scena che hanno una differenza (di luminosità) molto ampia. Per questo trovano utilizzo soprattutto nella fotografia di paesaggio.

Ad esempio, immaginiamo di fotografare un paesaggio al tramonto, in direzione del sole. Il cielo è bellissimo, ma estremamente luminoso rispetto alla terra. Senza filtri, si può solamente ottenere un cielo bruciato e il terreno correttamente esposto, oppure il terreno nero ed il cielo correttamente esposto.

Se invece si sovrappone la parte scura del filtro graduato al cielo e quella trasparente al terreno, otterremo una foto dall’esposizione bilanciata, con tutti gli elementi sufficientemente dettagliati.

Ovviamente, il filtro può essere spostato in alto o in basso. In questo modo si può posizionare l’orizzonte dove si vuole e sovrapporvi la linea divisoria.

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Filtri close up

I filtri close up sono un’alternativa economica ad un obiettivo macro. Sostanzialmente, hanno lo scopo di ridurre la distanza minima di messa a fuoco dell’obiettivo per permetterti ingrandimenti maggiori.

Ne esistono di diversi tipi che permettono diverse quantità di ingrandimento. I modelli più economici spesso introducono aberrazione cromatica nelle foto che implica una sfumatura colorata attorno ai bordi degli oggetti.

Può essere molto fastidiosa e anche difficile da rimuovere in post-produzione. I migliori modelli sono i filtri close-up a doppio elemento che evitano qualsiasi problema.

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Filtri UV

È facile ritenere il filtro UV un filtro inutile. Serve a filtrare i raggi ultravioletti, ma è assai difficile trovare la differenza tra una foto scattata con filtro UV e una senza.

L’utilità di questo filtro è di altro tipo. Sostanzialmente, non va usato per introdurre qualche effetto particolare nelle immagini, ma per proteggere la lente frontale.

Infatti, molti consigliano di comprare un filtro UV per ogni obiettivo che si possiede, montarlo e non staccarlo più. In questo modo, se l’obiettivo prende una botta sulla parte frontale, a rovinarsi o a rompersi sarà il filtro UV, non la lente dell’obiettivo. Siccome un filtro UV costa tra i 10 e i 30 euro, sacrificare uno di questi filtri al posto di un obiettivo che ne costa centinaia o più sembra una buona strategia.

Il filtro UV, inoltre, non impedisce di usare contemporaneamente altri filtri. Esso infatti presenta una filettatura che permette di avvitare un ulteriore filtro davanti ad esso. Così si può avere la protezione senza perdere la possibilità di aggiungere gli effetti permessi dagli altri filtri.


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Combinare più filtri

Come descritto alla fine della sezione precedente, su un filtro UV è possibile avvitare qualsiasi altro filtro. Ovviamente, in questo caso non si sommano più effetti, perché l’UV è trasparente.

È possibile anche combinare gli altri tipi di filtri, per sommarne gli effetti. Ad esempio, nelle foto di paesaggio in riva la mare, al tramonto, è tipico l’uso un filtro ND per ottenere l’effetto seta e di un filtro graduato per equilibrare l’esposizione di cielo e mare (o terra), come nella foto qui sotto.

Oppure, si può pensare di usare un filtro ND per allungare il tempo di posa ed un filtro polarizzatore per eliminare i riflessi. In questo caso, il filtro polarizzatore dovrà ovviamente essere montato davanti, perché bisogna poter girare la parte frontale.

Quando si combinano più filtri bisogna fare attenzione perché se si utilizzano filtri molto economici i difetti si sommano e potrebbe diventare difficile correggerli in post-produzione.

Il diametro dei filtri

Se si possiede più di un obiettivo, la lente frontale può avere diametri diversi a seconda dell’obiettivo. Ciò implica che, per montare un filtro su un obiettivo bisogna acquistarlo del diametro giusto. Inoltre, se si vuole lo stesso filtro su obiettivi di diametro diverso occorre comprare più “copie” del filtro, solo con diametri diversi.

Per evitare una spesa così grossa, si può ricorrere agli anelli step up (o adattatori o step down). Si tratta di anelli da montare prima del filtro che permettono di accoppiare filtri e obiettivi di diametro diverso.

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Conclusione ed approfondimenti

Finisce qui la panoramica tra i filtri fotografici più diffusi e più utili. Dopo averli esaminati nel dettaglio ed aver scoperto quando è meglio utilizzarli e quando no, in quali situazioni e in quali condizioni di luce, spero che questo articolo lascia un concetto fondamentale per un valido orientamento.